Fata Morgana è il treno che arriva a Milano dal Sud d’Italia, è il treno degli emigranti, dei “terroni”. Arrivano con pacchi, valige, moglie, figli, portandosi dietro la casa, si muovono a incontrare il miracolo economico nelle sue stesse città. Ma Milano è New York, Sydney, Caracas: grattacieli e uomini sconosciuti che parlano un’altra lingua. Non c’è posto per i braccianti, la città li respinge nelle periferie, nelle zone chiamate “Corea”. Vivono tutti assieme, pochi trovano un lavoro, sono disoccupati, sotto-occupati, semi-occupati, venditori ambulanti, fanno parte del paesaggio urbano. Fata Morgana arriva ancora, sempre e sempre nuovi uomini vanno ad aggiungersi all’esercito dei sottoproletari, dei lavoratori fluttuanti che fanno abbassare le tariffe, che sono necessari al sistema anche se nessuno lo dice.